giovedì 1 dicembre 2011

Ø

Sarebbe il post adatto per chiudere BulletProofTrip, prima della migrazione verso altri lidi. La mia pigrizia farà si che ciò non succeda, ma consideriamolo la chiosa ideale di questo spazio.
La devozione di questo blog agli Smashing Pumpkins la capisce anche uno scemo, l'avatar/header è autoesplicativo, il nick nasce da un'intersezione di pezzi tra cui uno celeberrimo della band di Chicago.
Martedì era la mia prima volta. In realtà ero al terzo concerto, il secondo in due giorni, ma mentre a Bologna nel 2008 ero al secondo anello, e lunedì a Milano ero al primo, a Padova stavo lì sotto, in mezzo, vicino.
William Patrick Corgan baffuto, panciuto, con tre ragazzi a fianco che fanno in tutto la sua età. Un palco con luminarie da luna park, poco "nineties" nello stile. Attaccano cattivi, casinisti, sporchi con pezzi nuovi. Poi rispolverano qualcosa dagli archivi e fanno capire che il prezzo del biglietto ancora lo valgono. I pezzi nuovi sono di buona fattura, anche se alcune digressioni un po' troppo forzate appesantiscono questi intermezzi. La scaletta l'avessi preparata io sarebbe completamente diversa, ma è pur vero che su trenta brani di Mellon Collie ne avrei voluti sentire ventidue, e non possiamo far durare un concerto sette ore perché "questa non la possono non fare". Canzoni nuove, pezzi di repertorio non proprio di prima linea ma anche brani destinati ad arruffianarsi il pubblico. Ed è su Siva, Cherub Rock, Tonight Tonight che la gente, un po' troppo statica in platea, si muove.
Il delirio arriva con l'encore. For Martha, riposo preventivo. Poi una di fila all'altra, senza soluzione di continuità, Zero e Bullet with butterfly wings. Roba da collassare lì. E un po' è successo.

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