domenica 26 agosto 2012

Chiedo Fonzie e mi danno avanzi

Di tutte le finestrelle sul passato che si sono aperte nei pochi giorni a Roma appena trascorsi, me ne si è aperta oggi una postuma su un aneddoto piuttosto divertente.
Venerdì sono stato per la seconda volta ai Musei Vaticani, a quattordici anni e pochi mesi di distanza dalla prima. Ebbi l'occasione di visitarli (e ammirare opere del calibro del Diluvio Universale e della Stanza della Segatura) grazie alla gita di terza media. E proprio ieri si è sposata la mia ex-compagna di classe della quale mi ero follemente innamorato -o almeno così si pensava all'epoca- proprio nel corso di quel viaggio.
Ricordo che quella sera si giocava la finale di ritorno di Coppa Italia tra Lazio e Milan, che chiaramente non potevamo vedere in quanto le stanze erano prive di tv. Essendo troppo giovani, e pure troppo lontani dalla città, le nostre serate (due, se non sbaglio) si svolgevano all'interno dell'albergo. Fu così che ospitammo in camera la suddetta compagna, che mi pare avesse litigato col resto della classe, per una festicciola a base di patatine, Tuc e Coca-Cola. E fu lì che io ed uno dei migliori amici dell'epoca ci convincemmo che lei stava puntando uno di noi due, ma non eravamo concordi su chi fosse il predestinato. Probabilmente una persona normale ci avrebbe convinto che la risposta era "nessuno dei due", ma i nostri due compagni di stanza erano troppo divertiti dal teatrino per aprirci gli occhi. Anche perché ad un certo punto ci sfidammo virilmente. Con un partita di scacchi. Che vinsi io, ma non servi ad un cazzo.
Restammo entrambi a bocca asciutta, poi tornammo a casa e lei si riappacificò con il resto della classe, per poi mettersi assieme ad un altro tizio fino agli esami. Iniziarono le scuole superiori, ci dividemmo un po' tutti e fu un'altra storia.
Ora io sono tornato al Vaticano, con quell'altro siamo ancora amici stretti e da allora non abbiamo più puntato le stesse ragazze, il tizio con cui si era messa è diventato un fascistone, e lei si è sposata invitando mio padre al matrimonio. E se riguardo le foto di quella gita, capisco perfettamente il perché del mio mancato successo, nonostante la vittoria a scacchi.

8 commenti:

  1. Una sola domanda. Una. A chi dei due è venuta l'idea di portare in gita la scacchiera?
    Comunque lei, secondo me, quella sera ha perso l'occasione della sua vita... Vincere a scacchi è roba seria... un po' da nerd, ma seria!
    p.s. Roma è bellissima ogni volta, sempre di più.

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    1. La scacchiera non era mia. Di questo ne sono certo.
      Non è che io a scacchi sia mai stato buono, eh, ma lì probabilmente sentivo la carica agonistica.
      Roma è bellissima, as usual, anche se con 37 gradi te la godi meno di quel che vorresti. Ma alla fine ci si torna sempre (tra un mese, tipo).

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  2. madòòò la lazio di quegli anni! Cragnotti e il crack Cirio, che bei momenti.
    Comunque mi ricordo che alle medie io e un mio amico avevam portato la playstation, ma non c'era nessuna ragazza per la quale vincere, ed eravamo a Viareggio. Basta, troppi ricordi in questo post.

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    1. Quella Lazio era uno squadrone, molto più figa della Roma dello scudo (che poi io in generale preferisco i giallorossi).
      Bastava inventare una ragazza immaginaria, che è un po' quel che facemmo noi.
      Troppi ricordi? Non ho nemmeno detto "ottoottotre", come quella cassetta che tutti volevano ascoltare sul pullman. Tutti tranne uno.

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  3. Guarda che tihoccapito attè...
    emmenomale che non mi ricordo quella che hai detto tu poco prima che rubassi quella famosa penna allo shop sacro

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    1. Era un doveroso tributo. Dovresti sentirti onorata, mica ti prendo per i fondelli, io.

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  4. lo so lo so
    è al mio personaggio che piace la polemica, io ormai la trovo così faticosa

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    1. Il tuo personaggio è pronto per il Processo del Lunedì. Potremmo riesumare anche Gianni Minà, per l'occasione.

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