martedì 20 novembre 2012

Homework

Post di doverosa continuità con il precedente.
In meno di 48 ore ho totalizzato settanta ascolti dei Metz, secondo last.fm. Qualcosa di esagerato. Se vi fidate.
Ho anche ascoltato altra roba nuova (almeno per me), non mi è rimasta troppo impressa ma penso di sapere il perché. L'ultimo EP delle Dum Dum Girls sembra carino, per quanto poco innovativo possa essere. Pubblicità ripetute nei banner di Facebook mi hanno incuriosito all'ascolto dei PseudoSurfers, poche tracce che partono bene ma perdono poi di efficacia.
Beth Orton al di là del nome promettente ha sostanza, ma non sono ancora riuscito a capire quanto sia il mio genere. Miles Kane mi era caldamente consigliato da last.fm, pure, ma lo metto nei rimandati. Seguendo il consiglio di qualcuno che bazzica qui, sto dando una chance agli Explosions in the Sky, e se ne parlo bene non è solo per ruffianeria, anche se li ho sentiti stanotte e non ero troppo presente.
Capitolo a parte per gli Swans, che non sono ancora riuscito a inquadrare ma che appartenendo alla categoria "band che mettono assieme album bizzarri" mi attizzano parecchio. Un doppio LP, il loro ultimo, formato da 7+4 tracce alcune delle quali di lunghezza imbarazzante (32 minuti la più lunga, ma anche 23 e 19). Follie del post-punk.

Ho pure finito la seconda serie di Boardwalk Empire, non so se l'ultimo episodio mi ha esaltato o mi ha lasciato perplesso in vista della terza stagione. In ogni caso, mi ha smosso parecchio.

Uno se ne sta in casa per una sola serata, e guarda te quanta roba riesce ad assorbire.

lunedì 19 novembre 2012

Raise the Noise

Sarà che l'autunno è una perfetta stagione da shoegazer, siamo di fronte ad un'ondata di casino negli ultimi giorni da far impallidire le speranze dei più nostalgici, quelli che usano come sfondo del proprio blog il paginone di una rivista di quell'altro decennio che recita "Whatever happened to shoegazing?".

Scopro dell'esistenza di un documentario, Beautiful Noise, realizzato con tutti i sacri crismi (vedere il trailer e i nomi che vi compaiono) che racconta di Jesus and Mary Chain, My Bloody Valentine, Cocteau Twins e via via scorrendo gli altri. Il regista di questo documentario sta organizzando una sottoscrizione online per finanziarne la distribuzione, e sono fortemente tentato di partecipare (a seconda dell'entità del contributo, sono previsti segni di riconoscenza non indifferenti).

Tornando ai giorni nostri, ci sono questi Metz che debuttano con un album pieno zeppo di casino. I più storceranno la bocca, ma a quelli come me che un certo tipo di casino piace questo disco eponimo Metz, in streaming grazie al New Yorker, non può che far godere parecchio. Io oggi me lo sono sentito quattro volte, e ho da poco iniziato la quinta.

venerdì 16 novembre 2012

I don't wanna be sad, I don't wanna be scared

Ripensavo ad una chiacchierata fatta al bancone ieri sera con un amico e il barista, ed un'affermazione quasi retorica e semplicistica eppure calzante. Non se ne può più della gente che si lamenta sempre e di tutto, quando anche l'essere lì in un minuscolo locale del centro a bere qualcosa con un amico è sintomo di tre elementi di cui dover essere felici:
- se sei qui significa che stai bene, che non hai problemi, che la salute in fondo c'è
- se stai bevendo al bar, significa che due soldi da spendere per un gin tonic ce li hai
- se sei con un amico, significa che hai almeno un amico
Cioè, sono banalità, ma sono abbastanza per essere comunque sereni.

Sarà che sono uscite le date per il 2013 dei Black Rebel Motorcycle Club e vedo tutto sotto un'ottica diversa.

P.S. espressamente per Bibby: ma a questo festival ci hai mai pensato? Tu che sei di Torino, che fai snowboard e ascolti musica di un certo livello, nello scoprirne l'esistenza ho pensato a te. A me è quasi venuta voglia di imparare a stare in piedi sulla neve, fai tu.

martedì 13 novembre 2012

En Passant

Stasera sono andato al Mediaworld per cercare di comprare un nuovo stereo. Sono tornato a casa con un aspirapolvere. Però almeno mi hanno spiegato che con il giradischi l'unica soluzione è ancora un sintoamplificatore old style, a cui attaccare poi roba moderna per via digitale.
Dice Vivo Concerti che i Black Rebel Motorcycle Club stanno per tornare in Italia, e a breve ci saranno news. Due grandi news shoegaze in tre giorni. A quando l'annuncio del tour europeo dei Jesus and Mary Chain?

lunedì 12 novembre 2012

It's just a restless feeling by my side

La mia posizione nei confronti delle aperture domenicali dei negozi e supermercati è arcinota, sono una perversione superflua di questi ultimi anni, quando si hanno a disposizione sei giorni a settimana per fare la spesa fino alle 20 o alle 21 ci si potrebbe pure accontentare e far riposare le iperflessibili maestranze che ci lavorano.
Purtroppo ieri sera mi sono reso conto a tarda ora di non aver più in casa del vino bianco, elemento essenziale per la preparazione di uno dei piatti tipici del mio pranzo domenicale, peperoni con salsiccia (luganega) in umido. Avendo già tolto dal congelatore la suddetta salsiccia ed essendo i peperoni al limite della loro utilizzabilità non avevo scelta, così al mio rientro a casa stanotte mi sono messo alla ricerca di un supermercato aperto la domenica mattina. Oltre le 12, possibilmente.
L'Esselunga vicino casa santifica la giornata del Signore, e lo sospettavo già prima, mentre l'altro punto vendita, a poco meno di dieci minuti di auto da qui, si è rivelato essere aperto fino alle due del pomeriggio. Così ho puntato la mia bella sveglia (tre, due delle quali sull'Androide e come suoneria la canzone dei titoli di testa di Boardwalk Empire), mi sono alzato ad orario decente, ho fatto colazione con the e Ritornelli e mi sono messo in auto. L'immagine che mi prefiguravo era quella di un supermercato semideserto, poche persone uscite dalla messa che compravano due cazzate e qualche personaggio dall'aria poco arrivata che si riempiva il carrello consapevole di far la figura del disadattato. E invece.
Due giri del parcheggio esterno per trovare un posto, santiddio. Carrelli che vanno e che vengono. Il terminale del Prestospesa ancora più figo, a forma di etichettatrice Dymo. Senso di appartenenza ma al tempo stesso di disagio, essendo la disposizione delle corsie IDENTICA all'altro punto vendita, trovare everything in its right place pur sapendo di essere da un'altra parte. Pure gli stronzi che si piantano subito di traverso nel reparto frutta-verdura, gli stessi. E anche quegli altri stronzi che fanno da tappo nella corsia salumi-latticini. E così uno si dirige verso le casse del Prestospesa. Che però non hanno i numeri più bassi ma quelli più alti. E non sono casse ma lettori di codici a barre e carte magnetiche, e fai tutto da solo e ti stampa lo scontrino. Senza darti i bollini per il peluche Dreamworks, quello devi chiederlo all'addetto. Fare la coda per avere un bollino mi pare eccessivo, così faccio per uscire. Ma se vuoi uscire, devi passare lo scontrino sotto il lettore, per dimostrare che hai pagato.
Insomma, quella che si prospettava come un'eccezionale esperienza pseudomistica si è rivelata essere un caos di tecnologia utile ma sconosciuta e quindi ostile, e di gente che la domenica non ha un cazzo da fare e decide di andare a fare le spese grosse. Ma stare a casa a ricevere la benedizione su Raiuno no? È proprio evidente che a Brescia non c'è più speranza di fare tardi il sabato sera. Apriamo un nuovo locale e chiudiamo un supermercato (solo la domenica, eh).

domenica 11 novembre 2012

Read! If you can't listen

Poco streaming ma diverse buone (o medie) notizie questo fine settimana.
A breve in uscita il nuovo disco dei My Bloody Valentine, il primo dal 1991. Shoegaze, non serve aggiungere altro.
Piccolissimo spezzone di anticipazione del prossimo disco dei The Courteeners. Il primo mi era piaciuto molto, il secondo non lo ricordo quindi presumo non fosse un granché, magari questo sarà una puttanata galattica.
Stanno lavorando in studio anche i Queens Of The Stone Age. Solo che pare che stavolta alla batteria è tornato Dave Grohl. Che magari non mi ripetono "Songs for the deaf", però le premesse per qualcosa di buono ci sono tutte.
Nessuna première, solo il nuovo video di una canzone tratta dall'ultimo disco dei Best Coast, "The only place". Simpatico però, "Do you love me like you used to?".
Unica vera novità, "Koi No Yokan" dei Deftones, in uscita martedì ma messo già a disposizione per l'ascolto su Consequence of Sound. Lo sto ascoltando ora (sono le 23:56), e forse i miei vicini non ne sono troppo contenti.

martedì 6 novembre 2012

Chi resta, chi torna, chi non tornerà mai come prima

Alcuni streaming per rimpolpare il boxino, dimenticato per troppo tempo (in realtà non ho beccato nulla di gustoso, recentemente).

Anticipazione da parte degli Eels sull'album "Wonderful Glorious", in uscita nei primi mesi del prossimo anno. Il brano "Peach Blossom" è udibile qui (devo ancora decidere se mi piace oppure no).

Tornano i Soundgarden. E tutti abbiamo paura di cosa possano essere diventati. Io che ho piazzato "Superunknown" in auto, disco che avevo comprato originale qualche anno fa e che non mi ero in realtà mai filato e facevo bene invece a considerarlo perché spacca di maledetto, non so se sono pronto all'anteprima su NME di "King Animal". Loro di sicuro non sono pronti, dato che tocca fare copiaincolla del link di Soundcloud per poterlo aprire. Poi casomai se trovo il coraggio vi dico.

Quelli che non torneranno mai di cui accenno nel titolo del post, o almeno non torneranno come prima, sono gli Interpol. Nel decennale di "Turn on the bright lights", album fighissimo a cui hanno dato un seguito non all'altezza e una successione poi di non-dischi, a noi piace ricordarli così, con questa esibizione live di "Obstacle 1". She can read, she can read, she can read, she can read, she's bad.

venerdì 2 novembre 2012

Tripadvisor

Come molte altre persone, in particolar modo della mia generazione, ho viaggiato con Ryanair e sono grato a Michael O'Leary e alla sua geniale intuizione di una compagnia low-cost del genere per avermi permesso di visitare luoghi che mai altrimenti avrei potuto raggiungere pagando un vero biglietto.
Come molti turisti squattrinati, mi sono dunque trovato spesso in coda al gate per imbarcarmi e occupare il mio posto non numerato, chiedendomi chi fossero quei dementi che stavano nell'altra fila, avendo pagato un imbarco "Priority" costato probabilmente quanto il mio biglietto, per salire sul Boeing 737 giusto un istante prima.

Col passare degli anni, ho potuto condurre alcuni studi antropologici sugli occupanti della fila che sale per prima, posso dunque enumerare un breve campionario di questi soggetti:

- innanzitutto ci sono io, che quando viaggio per lavoro su tratte non coperte (o coperte male) da compagnie tradizionali posso permettermi di investire una piccola parte del risparmio e farci rientrare l'addizionale di 6 euro (più eventualmente altri 6 per il ritorno), talvolta buttati nel cesso causa arrivo all'ultimo secondo o distrazione fatale o perdita di tempo ai controlli di sicurezza causa presenza di utensile metallico appuntito lungo 40 cm nel mio bagaglio a mano (tratto da una storia vera)
- ci sono almeno due persone, delle sette-otto in fila, che non hanno capito il meccanismo e si accodano erroneamente, chiedendosi pure il perché di tutti quegli altri Lemmings che tengono la destra quando c'è un corridoio libero a sinistra, salvo venire poi respinti dalle gentili signorine che li spediscono proprio dietro tutti quei Lemmings che apparivano loro poco scaltri fino a pochi istanti prima
- la famiglia medio-borghese poco avvezza agli aeroplani che ha comprato i biglietti in agenzia, elargendo una commissione equivalente al prezzo del volo, acquistando tutti gli extra possibili incluso il trolley griffato; particolarmente insopportabile il figlio poco più che decenne, che indossa un paio di Hogan (figliolo, non ti accorgi di quanto facciano pena quelle scarpe?) e puntualmente blocca il flusso -fortunatamente ridotto, essendo noi stronzi con priorità giusto quattro gatti per definizione- nascondendo la carta d'imbarco e/o il documento nei posti più angusti e impiegando ogni volta un minuto abbondante per mostrarlo all'assistente di terra/bordo; da segnalare anche la pettinatura a caschetto tipo bambino del Kinder Cioccolato, altrettanto orribile
- businessmen che non si schiodano un attimo dal telefono, non per concludere chissà quali trattative o contratti, bensì per lamentarsi con l'interlocutore di quanto rigido sia il limite per il bagaglio a mano, di quanto mediocre sia il servizio privo di bevande o giornali, di quanto ridicola sia questa abitudine da parte di una compagnia irlandese di dare comunicazioni in inglese e poi casomai in italiano e di conseguenza di quanto inascoltabile sia l'italiano di questi steward/hostess che parlano otto lingue ma si sente che non hanno padronanza, di quanto stretti siano i posti e di quanto folle sia questa compagnia che tra non molto vedrai che farà pagare l'accesso alla toilette e renderà disponibili posti in piedi ancora più low-cost per gli ultra-poveracci (tutte bufale apparse sui boxini dei quotidiani online e mai verificatesi nel concreto, in quanto appunto bufale)
- l'arrogante affrettato, che arriva all'ultimo secondo quando tutti hanno già passato il varco e corre in mezzo alla folla usando il proprio trolley a mo' di ariete e sventolando la carta d'imbarco con l'altra mano, gridando "praioriti, praioriti"; nel mentre tu, passeggero prioritario arrivato un po' meno tardi di lui, hai sfruttando la corsia di accesso per guadagnare qualche posizione ma ti sei accodato a coloro i quali avevano già guadagnato il posto in fila poiché meno prioritari ma un po' più furbi di te; perché poi, a dirla tutta, avere la priorità e arrivare a imbarco quasi chiuso è da scemi, e non è il caso di urlarlo ai quattro venti
- lo straniero consapevole, anglofono o comunque nordico, che ha pagato per un servizio a lui noto, che si fa i cazzi suoi e non rompe le palle a chi gli sta intorno