martedì 23 luglio 2013

Feuilletons

Ho perso il conto delle storture di naso che mi tocca subire quando confesso di leggere Il Foglio, quantomeno la versione online, e nemmeno saltuariamente dato che sono abbonato al feed.
(a proposito, dopo la scomparsa di Google Reader ho ripiegato su Feedly, ma sono aperto ad ogni suggerimento, non mi sento soddisfatto al 100%)
Ho spiegato plurime volte che al di là dell'orientamento politico e delle discussioni sui temi etici, ci sono retrospettive politiche interessanti e non banali, e soprattutto articoli di costume di grande spessore. E ho fatto spesso il nome di Annalena Benini, la penna a mio avviso più interessante, e non solo perché spesso si rifà a fiction e serie tv d'Oltreoceano di mio interesse per spiegare fenomeni di costume. Trovo i suoi pezzi imperdibili. E il senso della mia ammirazione è restituito da articoli come questo, in cui descrive l'istinto dello scrittore/scribacchino o giornalista/blogger medio nel percepire gli accadimenti grandi o piccoli secondo un fine narrativo, o quest'altro, che mette a nudo implacabilmente ma con comprensione la tendenza a fotografare(-si) per apparire.

2 commenti:

  1. letti entrambi, il secondo è azzeccatissimo. Però a 'sto punto c'è da dirlo: peccato che li si trovi su un giornale del genere.

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    1. Occorre un grande sforzo di democristianità e sapersi turare il naso. Non è affatto semplice, lo so.

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