sabato 5 maggio 2012

At the Drive In

Mercoledì pomeriggio, per onorare il mio compleanno, ho deciso di andare al cinema a visionare "To Rome with love", dopo aver letto in giro commenti più o meno entusiasti (questi ultimi per la maggiore).
Entrare in sala alle 17.35 ed essere l'unico ancora una volta non ha prezzo. Poi a dire il vero sono giunte altre cinque persone, ma la prima impressione è stata questa (per quanto si possa capire dalle mie scarsissime abilità fotografiche):


Ma veniamo al film. Aveva ragione la maggioranza, e sapete quanto mi dia fastidio stare dalla parte del quorum, anche se non si è giunti del tutto alla catastrofe.
Innegabilmente scorrevole, l'intreccio di quattro episodi gioca a favore di questo. Due ore abbondanti che passano senza rendersene conto, forse perché il numero delle sonore risate è incredibilmente inferiore alle altre opere di Woody Allen. I dialoghi sono mediamente stanchi, il doppiaggio carente (e non sentire la voce di Lionello è estraniante), gli attori italiani ridicolizzati in modo ancora peggiore di quanto non faccia la fiction e il cinema di casa nostra. Emblematico, come scrive Camillo Langone sul Foglio, il caso della coppia di Pordenone Tiberi-Mastronardi che si esprime in romanesco avanzato. Stento a credere in un tale effluvio di banalità, posso solo sperare che Allen si sia affidato nelle mani sbagliate di qualche consulente italiano furbastro. Anche le apparizioni improvvise di attori italiani, per quanto divertente sia che compaia Gianmarco Tognazzi oppure il Freddo, sono state concepite un tanto a chilo, come un forzato omaggio al parente di qualche amico.
Cosa c'è di positivo: Alec Baldwin come sempre magnifico, migliore in campo. Ellen Page e la carrellata di luoghi comuni pseudo-snob, forse i passaggi più esilaranti del film. Roma, diosanto. L'accuratezza della produzione, soprattutto della fotografia, contrapposta alla sciatteria dei dialoghi e della loro impostazione. Il confronto con il resto delle commedie che ci sono in giro, impietoso.
È ora che Woody Allen torni a raccontare New York, il giro in Europa tra alti e bassi sembra non avere più molto da dire.

14 commenti:

  1. Essere soli nella sala è pregio. E' un buon autoregalo, peccato per il film.. Che non ho ancora visto ma già dalla trama non ho pensato "filmaccio".. Concordo che dovrebbe rimanere nel suo.

    Quando cercano di strafare nel "non loro" lo vedi perchè risulta sempre tutto un po' pacchiano. Un po' come se Almodovar cominciasse a fare documentari, la tecnica non basta mi spiego?

    Angurie.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie ;)
      Nessun problema di parcheggio, di coda alla cassa, di autoradio rubate. E poi il senso di onnipotenza nel sedersi al posto centrale dell'ultima fila.
      Woody Allen è nato per raccontare le nevrosi, e Roma è tutto tranne che una città nevrotica. Il risultato è purtroppo melenso.
      Play it again, Sam.

      Elimina
    2. La cosa più sconcertante ed inaspettata di tutto ciò che hai scritto è che rubano ancora le autoradio. Ma in che mondo viviamo? :)

      Elimina
    3. E i cd masterizzati. Ma lasciano stare i giubbotti.

      Elimina
  2. te da solo al cinema a vedere un film prescindibilissimo nel giorno del tuo compleanno mentre Andreotti a momenti crepa per finta facendosi beffe della morte #epoicitroveremocomelestar


    la solita pielledì

    RispondiElimina
    Risposte
    1. prima di andare al cinema mi sono accertato che il Divo Giulio fosse fuori pericolo, chiaro!

      Elimina
  3. i captcha per l'inserimento dei commenti ricordano vagamente nomi di gruppi metal. Per favore puoi dire loro di non prendersi disturbo per me dato che sono un robot?

    pielledì

    RispondiElimina
    Risposte
    1. dovresti scattare degli screenshot dei migliori e conservarlo, io almeno faccio così

      Elimina
  4. Non avendo (ancora) visto il film, ed essendo sempre meno propensa a farlo, ho deciso di farti gli auguri, seppur in ritardo. Ma in fondo siamo tutti d' accordo sull' Inutilità della Puntualità, no ?

    http://www.youtube.com/watch?v=Yipr5fRtJBk

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A me gli auguri in ritardo piacciono tantissimo, come pure i regali. E sono un esperto nel farli...
      Non andare al cinema, scaricatelo e guardatelo seduta comoda sulla poltrona, il mio era più un rituale che altro.

      Elimina
    2. Ormai è ufficiale, Torrent provvederà.

      Io sugli auguri sono un po' fascista.. i primi, allo scoccare della mezzanotte, sono quelli che valgono un po' di più, e provo una certa soddisfazione nell' avere conferma delle mie certezze (perchè dopo la tiritera compleannesca di cui ti parlavo qualche post sotto, anch'io tolgo la data vera, per mettere chi di dovere alla prova!)
      Per quanto riguarda i regali sottoscrivo.. è terribilmente noioso e patetico arrabattarsi alla ricerca di qualcosa da consegnare in tempo, se non si hanno le idee chiare meglio tergiversare!

      Elimina
    3. Stavo cercando di intuire se in inglese fosse un po' meno patetico nei dialoghi, ma temo esca un pastrocchio.

      Gli auguri a mezzanotte mi lasciano un po' perplesso, per demerito mio più che altro, e rispondo a distanza di qualche decina di minuti che prima mi devo render conto di cosa sta succedendo. Quando sono io a doverli fare, mi piace essere l'ultimo in tempo utile, solo che spesso giungono le 23.30/45 e mi dimentico di farmi vivo.
      Tergiversare. Ce l'ho tatuato all'interno del bicipite, questo verbo.

      Elimina
  5. Questa è l'ennesima recensione poco positiva che leggo su questo film...A questo punto, sono contenta di non aver sprecato i soldi del biglietto!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ne vale la pena solo per i fanatici di Alec Baldwin. O al massimo dei Cesaroni. Altrimenti, aspetta il dvd.

      Elimina