lunedì 1 agosto 2011

No cars go

È solo un po' di me che se ne va.
Necessitava ormai di più interventi delle ginocchia di Van Basten, non potevo fare altrimenti. Ma mi mancherà.
Non ci sarà più la radio col lettore cd non funzionante dal 2006.
Non dovrò più prestare attenzione nel premere le preselezioni FM da 2 a 6, ché il contatto era labile e rischiava di spegnersi ogni volta.
Non ci saranno più i fari opachi che quando pioveva sembrava fossero spenti, da quanto non ci si vedesse una mazza.
Non ci sarà più il cassetto del cruscotto pieno di pacchetti di sigarette vuoti, impresa non facile considerando che si tratta di pacchetti morbidi, e il posacenere che faticava a chiudersi.
Non ci sarà, ma non c'è mai stato in realtà, l'accendisigari, non ha mai funzionato, e la presa 12V praticamente finta che costringeva a razionare la batteria del navigatore.
Non ci sarà più il ghiaccio sui vetri da novembre a marzo, di uno spessore spropositato rispetto a tutte le altre auto circostanti.
Non ci sarà più il consumo di olio eccessivo, pari quasi a quello della benzina.
Non dovrò più scendere per far accomodare la gente sul sedile posteriore, poiché dal lato passeggero non si alzava più lo schienale.
Non ci sarà più il grigio metalizzato cangiante, che assumeva una tonalità diversa in base al punto di vista dell'osservatore, per effetto della stratificazione di polvere.
Non dovrò più scaldare la chiave con l'accendino perché il ghiaccio ha inchiodato la serratura (a parziale discolpa, quella volta faceva -17°C).
E niente più madonne afferrando il pomello del cambio in alluminio, congelato in inverno che ti ci si attaccavano i palmi e ustionante in estate.
Non avrò più paura di ogni minima asperità del terreno che faceva sobbalzare i passeggeri nemmeno stessimo facendo la Dakar.
Il tappetino non scivolerà più fino ad infilarsi sotto l'acceleratore, uno scherzetto che ti fa provare quei dieci secondi di adrenalina.
Non dovrò più smontare mezzo vano motore per cambiare la lampadina dell'anabbagliante, quello destro che si bruciava a cadenza lunare.
Non si sentirà più il botto della cappelliera posteriore che alla prima buchetta si sganciava e si tuffava nel baule.
Non servirà più il tocco fatato per aggiustare lo specchietto retrovisore centrale evitando di trovarselo in mano alle 4 di mattina mentre guidi beato.
Lei non c'è più. Tra qualche giorno sarà un anonimo cubo di ferraglia. Ma la sua memoria non svanirà tanto facilmente. Google Street View ne serberà l'effigie, parcheggiata davanti all'ufficio. L'ho scoperta giusto il giorno prima di lasciarci per sempre.

No cars go

10 commenti:

  1. Quoto animachecrepita!
    Post commovente.

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  2. Nessuna abitudine di dare i nomi agli oggetti, in ogni caso si stabilisce un rapporto viscerale.
    Detto questo, ultimamente la odiavo perché era un problema dietro l'altro. Alla fine è stato meglio per entrambi.

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  3. tu sei nei Frequent Traveller dell'auto, quantomeno per distanze percorse.

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  4. come si dice in questi casi (di nuovo), ha smesso di soffrire.

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  5. Anche io ho smesso di soffrire.
    Mentre il meccanico ha smesso di arricchirsi.

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  6. c'era l'orma del mio sedere sul sedile probabilmente!

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  7. Tipo Homer Simpson e il divano...

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  8. mi piace come scrivi..............ciao vic

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  9. Basta che non fai copia-incolla. Come Michael Jackson con Al Bano.

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