martedì 2 ottobre 2012

30 Rock

Una nuova e insidiosa minaccia si nasconde nei mesi a venire, un trend che se confermato metterà a repentaglio la mia integrità, sotto ogni punto di vista: le feste del trentesimo compleanno.
Il primo vero approccio ci fu un anno fa, quaranta giorni di festeggiamenti pressoché ininterrotti (da trentacinque giorni prima a cinque giorni dopo, praticamente), una sorta di Quaresima caratterizzata dall'abuso più che dalla morigeratezza. Che è molto meno faticosa, oltre che più insoddisfacente.
Compleanno a cifra tonda che si ripropone ieri, una tranquilla festa a sorpresa in una tranquillissima domenica sera (acquazzone ininterrotto a parte, per chi se ne fosse accorto) in un locale del centro si rivela in realtà una maratona non-stop di aperitivi/cocktail/caraffe dalle 18 alle 2, con una serie di divertenti episodi a corredo. E non mi spiego come stamattina non avessi un filo di mal di testa (o forse una spiegazione c'è, e sta nella differenza qualitativa tra un gin da 6 euro la bottiglia e uno da 15).
Sta di fatto che il 2013 porterà con sé una serie di trentesimi compleanni da temere, irripetibili propositi che circolano da anni e inossidabili garanzie che si sapranno confermare. Poi al mio ci penseremo un po' più in là, che tempo ce n'è ancora in abbondanza. A patto di arrivarci con un fegato ancora funzionante.

2 commenti:

  1. l'unico trentesimo compleanno al quale sono stato invitato in tutta la mia vita, sono riuscito a paccarlo con la scusa del "il giorno dopo ho una gara, non mi posso sfondare di cibo e alcolici il giorno prima". Che poi festeggiare va bene, è solo che i trenta sono una di quelle cifre che ti fanno pensare, ti fanno fare i calcoli, tirare le somme.

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    1. I trenta sono una soglia, e il come li passi fa la differenza. Solo che le persone "a modo" non li festeggiano, o quantomeno non con me...

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