venerdì 2 marzo 2012

Sweat(er) Eighties

Anni fa, un fenomeno di costume ha sdoganato la presenza delle persone di colore nell'immaginario collettivo, persone di cui fino a quel momento il popolo italiano ignorava l'esistenza.
No, è successo prima di George Weah.
No, pure prima dell'arrivo in Italia di Ruud Gullit.
Il merito è della famiglia Robinson, protagonista dell'omonimo telefilm, del quale ormai mi sparo tre puntate all'ora di cena ogni giorno, trasmesse da un canale ignobile del digitale terrestre di cui nemmeno ricordo il nome.
Lo sapevate che nella versione americana il cognome originale della famiglia era Huxtable? Ritenuto troppo difficoltoso per il pubblico nostrano, fu trasformato in qualcosa di più digeribile. Ah, i bei tempi in cui la tv veniva incontro alle difficoltà del pubblico meno colto, anziché approfitare delle sue lacune per fotterlo!
Ieri sera avete visto l'episodio in cui compare Stevie Wonder? No? Beh, nemmeno lui.

10 commenti:

  1. Risposte
    1. l'umorismo politicamente scorretto è il sale della vita.

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  2. e mi chiedo perchè in Guerre Stellari in italiano Han Solo diventi Ian Solo.
    Dannazione sarò incapace ma riesco a pronunciare Han.

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    1. Guerre Stellari richiederebbe un trattato di psicopatologia per spiegare le traduzioni dei nomi dei personaggi. A quanto ho trovato in giro, l'unica spiegazione è relativa a Dart Fener, perché Vader pare suonasse troppo simile a "water".

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  3. check it!
    http://www.ptwschool.com/blog/i-maglioni-di-bill-cosby-robinson-ti-mandano-a-casa.html

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  4. mai sofferto, il ginecologo di colore. Mai sopportati i suoi cardigan
    v.

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    1. Ho sempre immaginato preferissi il buonismo da libro Cuore di Arnold.

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